I volontari non possono essere anche lavoratori nello stesso ente

Il Ministero del Lavoro, con la nota prot. n. 34/4011 del 10 marzo 2022, ha precisato che nell’ambito dello stesso ente non si può svolgere la qualifica di volontario e di lavoratore: vige infatti un regime di incompatibilità, come disposto dall’art. 17, comma 5, D.Lgs. n. 117/2017, meglio noto come Codice del Terzo Settore (CTS).

L’incompatibilità del volontario si ha con qualsiasi forma di lavoro subordinato o con ogni altro rapporto di lavoro retribuito, da parte dello stesso ente con cui svolge la propria attività di volontariato (fatta salva una specifica deroga limitata alla legislazione delle province autonome di Trento e Bolzano).

L’art. 17, commi 2 e 3, del CTS, oltre a prevedere quale requisito principale la libera scelta, la personalità, spontaneità, gratuità delle prestazioni del volontario, prevede che le stesse non possono essere retribuite in alcun modo, neppure con rimborsi spese forfettari. A tal riferimento, il Ministero precisa che trattasi di vincoli e prescrizioni che rispondono alla finalità di valorizzare la libera scelta della persona come consapevole, informata e non condizionata da uno stato di bisogno, al fine di preservare la genuinità dell’attività tipica di volontariato, finalizzata a soddisfare bisogni altrui che vanno a beneficio della comunità e del bene comune e non di interessi specifici oppure di parte.

Il Ministero, nella nota, richiama anche la deliberazione n. 26 del 24/11/2017 della Corte dei Conti, per la quale il volontario deve potersi sentire sempre libero di recedere dalla propria scelta, revocando in qualsiasi momento la disponibilità dimostrata, senza condizioni o penali, poiché l’attività risponde esclusivamente a un vincolo morale.

Italia Oggi, sabato 12 marzo 2022, pag. 29, a firma Daniele Cirioli