Si estende la lotta alle manipolazioni nello sport
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In breve
Il Comitato di controllo della Convenzione Macolin ha aggiornato l’elenco dei paesi impegnati nel contrasto alle frodi sportive
La pratica di alterare l’andamento delle competizioni sportive è una piaga che ha afflitto, e continua purtroppo ad affliggere, lo sport in diverse occasioni ed ha avuto sempre grande eco mediatica, perché quei valori di correttezza e lealtà, che costituiscono quel nucleo essenziale che dovrebbe contraddistinguere in positivo le competizioni, venivano irrimediabilmente lesi e perciò l’intero settore veniva screditato.
È anche per queste ragioni che, nel 2014, il Consiglio d’Europa ha promosso l’adozione della Convenzione Macolin, dal nome della località svizzera in cui si sono svolte le riunioni, sull’alterazione delle competizioni sportive, con l’obiettivo di prevenire, identificare e sanzionare le frodi nazionali e transnazionali delle competizioni sportive di qualunque livello e di promuovere la cooperazione nazionale ed internazionale contro queste pratiche tra le autorità pubbliche interessate e col coinvolgimento delle organizzazioni che gestiscono sia lo sport sia le scommesse sportive.
Innanzitutto, per manipolazione sportiva si intende l’accordo, l’atto o l’omissione intenzionale volti a modificare impropriamente il risultato o lo svolgimento di una competizione sportiva al fine di eliminarne in tutto o in parte l’imprevedibilità, che è ciò che rende lo sport così appassionante per gli spettatori, al fine di ottenere indebiti vantaggi per coloro che compiono tali illeciti.
In particolare, la Convenzione si occupa di tracciare le linee guida al fine di prevenire le frodi, anche col coordinamento delle autorità pubbliche, e permettere alle organizzazioni sportive e agli operatori di scommesse di cooperare tra loro per svolgere una lotta più efficace contro il fenomeno.
Per realizzare l’obiettivo, viene costituito un sistema che va dalla valutazione e gestione del rischio che gli operatori di scommesse e organizzatori di eventi individuano, passando per educazione e formazione, fino agli interventi che le organizzazioni sportive devono adottare per prevenire e contrastare o reprimere le violazioni.
Centrale in questa convenzione è la condivisione di informazioni tra autorità pubbliche competenti, enti sportivi e gestori delle scommesse in merito alle scommesse sportive illegali, irregolari o sospette e agli illeciti commessi.
Inoltre gli Stati aderenti si impegnano ad adattare la legislazione penale interna sul punto, in modo da scoraggiare il compimento di tali reati e di quelli connessi, come il riciclaggio dei proventi, e anche a prevedere responsabilità in capo alle persone giuridiche.
L’Italia è proprio uno dei principali paesi aderenti, avendo sottoscritto la Convenzione nel corso del 2016 e avendola successivamente approvata definitivamente nel 2019, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, risalente al 16 maggio 2019, della legge di ratifica 39/2019.
Il nostro paese era stato già teatro di tali scandali, come il celebre Totonero del 1980 e Totonero bis del 1986, ma anche più recentemente nel 2011, perciò si era già dotato di una legislazione sul punto con la legge 401/1989, la quale è stata modificata dalla legge di ratifica proprio per recepire le novità che erano state raggiunte in sede di questa Convenzione internazionale.
La ratifica è stata anche l’occasione per introdurre l’art. 25-quaterdecies al decreto legislativo 231/2001, andando così a punire la frode in competizioni sportive e gli altri reati in materia di manipolazione quando la loro commissione consente alle società di ottenere dei vantaggi indebiti.
Lo scorso 20 ottobre si è svolta l’ultima riunione del Comitato di controllo della Convenzione ed è stato così aggiornato l’elenco dei paesi che si sono concretamente impegnati alla lotta alle manipolazioni sportive. Sono così, ad oggi, sette i paesi ratificanti (Italia, Svizzera, Portogallo, Grecia, Moldavia, Ucraina e Norvegia) e trentadue i firmatari in seno al Consiglio d’Europa, oltre alla partecipazione di due Stati che sono al di fuori del continente, l’Australia e il Marocco.
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