Riforma dello sport: pronti, attenti, via … o meglio: partenza falsa!

Decorrenza immediata per il riconoscimento ai fini sportivi (art. 10 del D.Lgs. 36/2021), il fondo per il passaggio al professionismo e l’estensione delle tutele sul lavoro negli sport femminili (art. 39), nonché per le disposizioni in materia di sicurezza per gli sport invernali (art. 40).

L’articolo 10, in particolare, demanda al nuovo “Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche” (in sostituzione del Registro CONI 2.0) la certificazione della natura dilettantistica dell’attività svolta, che è il presupposto per godere delle agevolazioni fiscali del settore. Purtroppo, seppur già in vigore la predetta norma, il Registro presso il Dipartimento Sport del Ministero non è ancora operativo … una sorta di decorrenza con immediato rinvio, dal momento che l’articolo 17-bis del D.Lgs. 39/2021 (che abroga l’art. 7 del D.L. 136/2004) prevede che il registro sarà pronto a settembre 2022 e la relativa operatività sarà legata ad un decreto per il quale si dovranno attendere ulteriori 6 mesi. Perciò il passaggio di consegne dal Registro CONI 2.0 al nuovo R.A.S. avverrà solo nel corso del 2023 (neppure al 1° gennaio 2023!).

Rimandate a settembre anche le altre norme di semplificazione di adempimenti relativi agli organismi sportivi (D.Lgs. 39/2021).

Per il lavoro sportivo, il rinvio al 1° gennaio 2023 (la commissione del Dipartimento dello Sport dovrebbe nel contempo formulare correttivi al testo) fa tirare un sospiro di sollievo ad Asd/Ssd interessate, in quanto la “professionalizzazione” del lavoratore sportivo, inserita nella riforma, prevede ora l’iscrizione obbligatoria all’Inps anche per i dilettanti.

Il Sole 24 ore, giovedì 13 gennaio 2022, pag. 32, a firma di Andrea Mancino e Gabriele Sepio;
Italia Oggi, sabato 15 gennaio 2022, pag. 30, a firma di Michele Damiani