Indagine sul nuovo lavoro sportivo
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In breve
Sono iniziate alla Camera le prime audizioni per l’indagine sulla Riforma del lavoro sportivo, durante le quali sono state formulate alcune proposte di modifica del decreto che entrerà in vigore il prossimo luglio
Dalle prime audizioni è emerso l’apprezzamento verso le novità apportate dalla normativa, che ha precisato la definizione di lavoratore sportivo e ha fissato i criteri per la qualificazione del rapporto, garantendo diritti e tutele, ha realizzato un miglior coordinamento con il Terzo Settore e ha ridotto i costi per associazioni e società dilettantistiche con il nuovo Registro.
Le proposte di modifica, finora formulate, riguardano primariamente aspetti marginali della Riforma e non intaccano la sua struttura base.
È stata proposta la riduzione delle aliquote previdenziali al 25% per i rapporti di lavoro subordinato sportivo, analogamente a quelle delle collaborazioni coordinate e continuative per i redditi fino a 25.000 euro. Da questa misura, però, si avrebbe un minor ricavo per l’INPS, oltre che un salto di costi sui compensi degli atleti nel passaggio da 25.000 a 26.000 euro, con un costo contributivo maggiore sul compenso e di conseguenza la necessità di una copertura finanziaria maggiore, con un aumento dell’esborso economico difficilmente immaginabile nella realtà.
Un’altra modifica riguarda l’affidamento esclusivo al Coni dell’identificazione delle mansioni dei lavoratori sportivi. L’art. 25 del d.lgs. 36/2021 prevede che l’identificazione debba avvenire sulla base dei regolamenti delle Federazioni sportive, i quali sono approvati dal Coni, che di fatto esercita già un controllo sulle mansioni.
Le proposte attengono soprattutto a richieste di defiscalizzazione, il cui problema principale per l’attuazione riguarda la relativa copertura finanziaria, che infatti richiederebbe maggiori costi per il mondo sportivo. Sarebbe opportuno destinare eventuali finanziamenti ulteriori su questioni che riguardano l’universalità dei lavoratori del settore, con un focus particolare sul dilettantismo.
Interventi di modifica potrebbero comunque essere l’occasione per fornire chiarimenti sulla norma che permette ai dipendenti pubblici di rendere le proprie prestazioni verso corrispettivo, se autorizzati, agli organismi sportivi, includendo anche le Federazioni sportive. Altre precisazioni dovrebbero essere fatte sulla visita del medico del lavoro agli sportivi dilettanti e sull’IRAP che non rileva per i compensi superiori ai 15.000 euro.
ItaliaOggi di martedì 7 marzo, ‘Correttivi necessari e correttivi marginali’ a firma di Guido Martinelli
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