Confermata la compatibilità tra lavoro sportivo e cariche sociali
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In breve
I membri del Consiglio Direttivo, svolgendo gratuitamente il proprio mandato, non rientrano nella categoria dei volontari.
Due comunicazioni – la prima del Ministro Abodi diretta al presidente del CONI Giovanni Malagò, la seconda di quest’ultimo alle associazioni e società sportive dilettantistiche per il tramite degli enti affilianti – confermano quanto più volte sostenuto anche su queste pagine: che ricoprire una carica sociale a titolo gratuito permette lo svolgimento di attività lavorativa remunerata nella medesima a.s.d. o s.s.d.
Il dubbio, più volte sollevato dal mondo sportivo (e non soltanto dai nostri lettori…) non aveva trovato risposta univoca con la comunicazione del Ministro dello Sport emanata nel dicembre scorso (nota ministeriale n. 2830 del 4.12.2023), che nel ribadire il divieto di cumulo tra volontariato e lavoro, appariva sibillina lì dove affermava che “la norma [l’art. 29 co.3, del d.lgs. 36/21] non fa eccezione per i membri dei consigli direttivi degli enti sportivi che quindi, se volontari, … , non possono instaurare rapporti di lavoro con l’ente di cui è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività sportiva”.
La comunicazione del Presidente del CONI offre una sorta di interpretazione autentica della nota ministeriale di dicembre, confermando che “i membri del consiglio direttivo, poi svolgendo gratuitamente il mandato loro conferito dall’assemblea dei soci, non rientrano nella categoria dei volontari e, pertanto, non si ravvisano in tali casi le incompatibilità di cui all’articolo 29, comma 3, del d.lgs. 28 febbraio 2021, n. 36“.
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